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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 7.1861

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Spano, Giovanni: Amuleti sardi coll'occhio d'Iside
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Spano, Giovanni: Pitture a fresco e storia artistica sarda, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10806#0054

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5r

o per la naturale inclinazione che ha al maraviglioso, o per
cercar riparo alle disgrazie, credeva che potesse soffrire
affascinamento dall' occhio. Ne abbiamo un esempio fin
dal tempo di Mose, il quale proibisce in più luoghi agli
ebrei che erano usciti dall' Egitto di non gettare sortilegi
colf occhio maligno (i). Siccome il popolo era uscito or
ora da quella terra cicatrice delle tante superstizioni, così
è da credere che il popolo avesse ritratto questa supersti-
zione del fascino da«li Egiziani in cui aveva avuto ori-

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gine, e dove quello aveva dimorato per quattro secoli.

G. Spano

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PITTARE A FRESCO E STORIA ARTISTICA SARDA

(Continuazione "alta pag. 48 )

Finalmente nella serie dei pittori sardi di questo secolo
dovrebbe annoverarsi Domenico Conti, che eseguì tutti quei
dipinti di grande dimensione dell' ordine dei Mercedarj che
si vedono disposti nella Sacristia della Chiesa di Bonaria.
In quello di S. Pier Nolasco vi è scritto Domenico Conti
Pinxit 1670. Costui se non era sardo, conviene dire che
sia vissuto molto tempo in Cagliari per eseguire tante vaste
opere che sono uscite dal suo pennello, per esser tutte di
un medesimo stile (V. Guida, pag. Zio).

rs fiaba

(l) Tutta l'antichità 'e piena di questa superstiziosa credenza. L'esistenza
dei raaleficj dell'occhio che possa influire nella salute e nella felicità delle per-
sone è durata sino al presente. Ne solo anticamente si estese alle persone , ma
anche alle bestie, per cai Virgilio (Ecl. 3 103).

Nescio quis teneros ocuìus mihi fascinat ngnos - iot,t.
 
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